Da ragazza si sentiva sperduta in un modo speciale. Adesso, invece, si sente sperduta come chiunque altro, 2004, gres, cm 39 x 26 x 13
Altri lavori
Ed ora tutte queste immagini andranno perdute, 2000, gres, cm 40 x 25 x 25
Memoria di niente, 2000, Stampa digitale su PVC, cm 300 x 240 (da La Leggenda di San Giuliano Ospitaliere di Gustave Flaubert)
Opera nata da La Leggenda di San Giuliano Ospitaliere, 1872-75 di Gustave Flaubert
“…e non pensava a niente, non c’era in lui memoria di alcuna cosa. Sapeva soltanto che stava cacciando in un paese qualsiasi, da tempo indeterminato, allo stesso modo che sapeva di esistere, e tutto accadeva con la facilità dei sogni.”
Secondo tentativo, veduta della mostra, Galleria Ciocca, Milano, 2000
Alcune figure strettamente legate l’una all’altra giacciono a terra.
Siamo spettatori di un’azione che non si esplicita e che conserva un aspetto non ancora svelato.
Il sentimento che lega le figure è indefinito, in bilico tra un moto di sostegno o di disfatta.
Un evento tragico, una danza, un gioco o un’azione non riuscita.
Secondo tentativo, veduta della mostra, Galleria Ciocca, Milano, 2000
Alcune figure strettamente legate l’una all’altra giacciono a terra.
Siamo spettatori di un’azione che non si esplicita e che conserva un aspetto non ancora svelato.
Il sentimento che lega le figure è indefinito, in bilico tra un moto di sostegno o di disfatta.
Un evento tragico, una danza, un gioco o un’azione non riuscita.
Secondo tentativo, 2000, ceramica, diametro cm 35 x 11
Vi racconto, 2009, Legno, ceramica, cm 72 x 42 x 56,5, dettaglio
Nell’atto del guardare siamo in un certo senso guardati da ciò che guardiamo. Modifichiamo il nostro pensiero in funzione del fatto che infiniti mutamenti, secondo dopo secondo, avvengono durante il rapporto che instauriamo con il mondo delle cose.
In questa reciprocità si ricerca Il racconto della scultura
Vi racconto, 2009, Legno, ceramica, cm 72 x 42 x 56,5, dettaglio
Nell’atto del guardare siamo in un certo senso guardati da ciò che guardiamo. Modifichiamo il nostro pensiero in funzione del fatto che infiniti mutamenti, secondo dopo secondo, avvengono durante il rapporto che instauriamo con il mondo delle cose.
In questa reciprocità si ricerca Il racconto della scultura
Vi racconto, 2009, Legno, ceramica, cm 72 x 42 x 56,5
Dialogo tra la Natura e un islandese, 1995, installazione in Steinfurter Straße 107, Münster, pittura acrilica nera e materiale sonoro.
Il lavoro riflette sul rapporto tra individuo e paesaggio, con un rimando al romanticismo tedesco e italiano. L’installazione è realizzata con la registrazione di una lettura del testo omonimo di Giacomo Leopardi. Le due finestre di una stanza impersonano ciascuno un personaggio (la Natura e un Islandese). L’ambiente è oscurato dipingendo le finestre di nero, tralasciando alcuni fori, da cui penetra la luce, che ripropongono una traccia del paesaggio esterno, celato alla vista.